Vincenzo Petrucci
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Noccioline

Noccioline

Titolo originale: Sputavo noccioline in quel pub perché so che mi tradisci.

Fu il tonfo sordo del portone che sbatté a far girare di scatto Beatrice. Si stava rivestendo con calma, l’acqua della doccia scrosciava ancora, con quell’intermittenza inequivocabile di un corpo che ne attraversa il getto. Ladri? Calzò di fretta le décolleté rosse e, con un po’ di coraggio, sporse la testa oltre la porta della camera, quel tanto che bastava per intravedere l’ingresso.

Tutto sembrava in ordine. Il suo cappotto; la sua borsa; i vasi; la borsa del pc del marito; le scarpe… La borsa del pc di suo marito? Cazzo. Suo marito doveva essere ancora in ufficio, la sua borsa con lui.

Corse alla finestra. Avrebbe riconosciuto quella sagoma tra mille. Il marito si allontanava di fretta, mesto, calciando qualsiasi cosa.

“Vattene” … “ORA!”

Fu tutto ciò che disse, afferrando al volo le chiavi e lanciandosi per le scale.

Girò per ore il quartiere, guardò in ogni vicolo e anfratto, citofonò ai conoscenti in zona. Non ci fu verso di trovarlo.

Ritornando a casa passò un bar, si fermò e fece tre passi indietro. Una bettola, un posto in cui il marito non avrebbe mai messo piede. Eppure il marito era lì. Prendeva qualcosa da una ciotola e lo metteva in bocca. Per un paio di volte sputò nel fazzoletto, poi iniziò a masticare, prendendo manciate di… cazzo, manciate di noccioline. La mano di Beatrice corse alla borsa, ma si accorse di non averla con sé. Ricordò l’ingresso. Il suo cappotto; la sua borsa; … l’adrenalina.

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